Il calciatore si prende in mano la Roma nel momento di maggiore difficoltà e lo fa convincendo Josè Mourinho.
La Roma supera il Verona di misura e si porta sempre più in alto in classifica lanciando un messaggio alle rivali che stanno lottando per un posto in Champions League. Finalmente la squadra giallorossa ha dimostrato di vincere giocando degnamente anche senza Paulo Dybala. In effetti contro l’Hellas Verona, una squadra che necessitava di punti come l’aria per non scivolare sempre più in basso, la Roma ha subito impostato il gioco a proprio favore impedendo qualunque manovra offensiva scaligera: il risultato è un 1-0 deciso dall’uomo che non ti aspetti, da un ragazzo acquistato a gennaio che non era stato mai schierato da mister José Mourinho, nemmeno per pochi minuti. Per lui è stata dunque una rivincita, un modo per dimostrare che l’attacco della Roma può definirsi organizzato anche senza Dybala.
Insomma, Ola Solbakken ha dimostrato in campo, con una rete da rapace d’area di rigore, che lo Special One si è sbagliato più di una volta sul suo conto.
Roma, Solbakken si prende la sua rivincita
Lo scorso 4 febbraio l’ex allenatore di Inter, Manchester United e Tottenham non era stato gentile nei confronti dell’ex Bodø/Glimt, definendolo in pratica “non ancora inserito nelle dinamiche della squadra“. Inoltre lo bollò come incapace di capire la differenza tra 3-5-2 e 3-4-1-2. Insomma, lo distrusse senza nemmeno troppi problemi. Solbakken tuttavia non ha mollato, anzi ha dimostrato al portoghese di saper essere un attaccante importante e decisivo. Ieri, dopo un primo tempo giocato all’attacco, la punta norvegese ha piegato la difesa veronese con una rete di sinistro imprendibile per Montipò. Ha sfruttato alla grande l’assist di uno dei migliori in campo, Leonardo Spinazzola, che con una giocata pazzesca di tacco lo ha lanciato a pochi metri dal portiere dell’Hellas Verona.
Solbakken ha dimostrato in pratica due cose molto importanti con questa rete: di saper prendere le redini di Paulo Dybala e di avere le capacitè giuste per guidare l’attacco romanista. Due aspetti non da poco.