Ronaldo, ma che fa? La scelta del portoghese fa discutere

Il fenomeno portoghese, da diversi in anni in fase declinante, ha deciso di cambiare totalmente scenario calcistico.

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Cristiano Ronaldo (LaPresse)

In una intervista del 2015 allo show britannic The Jonathan Ross Show, Cristiano Ronaldo, all’epoca punta di diamante del Real Madrid, diceva a chiare lettere che avrebbe terminato la sua carriera in un campionato top e in una squadra altrettanto top, prendendo spunto da parecchi suoi precedessori che appunto hanno deciso di dire basta nella maniera più dignitosa possibile.

E invece, a distanza di ormai sette anni, i media di tutto il mondo ci inondano con la notizia della giornata: “Cristiano Ronaldo firma con i sauditi dell’Al-Nassr: è ufficiale“. Un titolo che da solo vale mille parole e che cancella con un colpo di spugna quella presunta promessa che il campione portoghese fece in diretta televisiva.

Ronaldo “butta” la sua carriera in Arabia Saudita

 Cristiano Ronaldo sceglie l'Al-Nassr ilcalcioignorante 311222
Cristiano Ronaldo sceglie l’Al-Nassr (LaPresse)

A prescindere dall’ingaggio monstre di 500 milioni in due anni e mezzo di contratto, il più grande mai firmato da un calciatore, ciò che fa specie è proprio vedere un grande campione come lui “buttare al vento” anni di carriera al top. Nessuno ovviamente osa dire che il campionato saudita sia di scarso livello, ma è chiaro che sarebbe stato più bello vedere CR7 ancora in Europa. Ronaldo quindi si dimostra molto incoerente in base alle sue stesse dichiarazioni fatte anni prima e ripetute anche dopo la rottura con il Manchester United.

Ma è stata proprio l’incapacità di lasciare il segno per la seconda volta consecutiva a Manchester che lascia basiti: uno come lui insomma poteva mettere da parte il suo ego e guidare i suoi compagni grazie alla sua esperienza. Ma così non è stato. Con Ten Hag il rapporto non è mai nato e i compagni sono stati sempre leggermente in difficoltà ad accontentarlo. Sarebbe stato meglio per Ronaldo abbassare un pò le sue pretese e dimostrarsi più umile in una squadra a cui deve tutta la sua carrera da calciatore.

Probabilmente, la scelta di aderire alla causa dell’Al-Nassr non intacca minimamente il suo prestigio, ma sarebbe stato più dignitoso per lui terminare i suoi giorni da calciatore in una squadra che conta, in un campionato che conta, senza seguire per forza l’ombra del denaro.

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