Inter, il maestro di Lukaku: “Ecco cosa mi ha detto”

Erwin Wosky, ex allenatore delle giovanili del Koninklijke Rupel Boom Football Club, ha parlato di Romelu Lukaku ed i suoi primi passi da calciatore.
MILAN, ITALY – JANUARY 26: Romelu Lukaku of FC Internazionale clashes with Zlatan Ibrahimovic of AC Milan during the Coppa Italia match between FC Internazionale and AC Milan at Stadio Giuseppe Meazza on January 26, 2021 in Milan, Italy. Sporting stadiums around Italy remain under strict restrictions due to the Coronavirus Pandemic as Government social distancing laws prohibit fans inside venues resulting in games being played behind closed doors. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)

Intervista al maestro di Lukaku

 «Un giorno si presentò all’allenamento questo bambino di 7 anni che tutti chiamavano Romelì. Era imponente lo ammetto. Quando successivamente ho sentito in televisione che lo chiamavano Romelu, credevo si trattasse di uno sbaglio invece a sbagliare ero io».
È sempre stato un ragazzo d’oro?
«Un gigante buono. Voleva diventare professionista come il padre Roger. Lui era uno dei tanti anche se sue doti in campo erano indiscutibili. Gli avversari si lamentavano sempre della sua imponenza fisica, forse pensavano fosse più grande. Ma Lukaku è nato in Belgio: qualsiasi raggiro sarebbe stato impossibile».
Erwin Wosky ha parlato delle sue prime gare?
«Era determinante. A volte dovevo farlo partire dalla panchina perché arrivava in ritardo. Sa, la macchina di suo padre non andava molto bene. Lui entrava e segnava una caterva di reti: 3-4-5, magari 6. Non discuteva di quello che decidevo io. Però mi guardava, sorrideva e diceva: “mister, posso entrare? Sono pronto! Se vuole mi metta dentro”. E poco dopo ripeteva: “E adesso? Posso entrare?” Che bei ricordi…(ride, ndr)».
Neanche Lukaku l’ha dimenticata?
«Ho visto Romelu esclamare verso Conte: “Quello è il mio primo allenatore”! Sono fiero che lui ricordi ancora i miei insegnamenti».
Si aspettava potesse essere così impattante anche in Serie A?
«Sì, ha imparato l’italiano molto velocemente. Sono sicuro voglia entrare possa fare anche 30 gol in un campionato».
Può vincere il Pallone d’Oro?
«Sicuramente. Basta con Messi e Ronaldo! L’anno scorso il premio sarebbe stato da assegnare a Lewandowski. Nei prossimi anni toccherà a anche a lui».
 
Cosa pensa del diverbio avuto con Ibrahimovic?
«Per Romelu sua mamma è sempre stata, giustamente, intoccabile. E’ come una dea. Deve essersi molto arrabbiato in campo».
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