Alessandro Favalli, calciatore della Reggiana, ha parlato della quarantena per la squadra in cui gioca in Serie C dopo aver contratto il Coronavirus
«Ora sto bene, ho solo un po’ di raffreddore. Lunedì mattina della scorsa settimana mi sono svegliato ed ho capito che avevo i classici sintomi influenzali, temperatura intorno ai 37.5-38, avevo mal di testa e bruciore agli occhi.
Ho chiamato a casa ed ho scoperto che anche i miei genitori stavano così.
Per questo ci siamo insospettiti, abbiamo chiamato chi di dovere e ripensando alla cena di giovedì sera dove ci siamo ritrovati tutti a casa nel mio paese in provincia di Cremona, a Solarolo Rainerio, ho capito che le probabilità di aver preso il coronavirus erano altissime visto che i miei nonni erano positivi».
Parenti?
«I miei genitori stanno meglio, anche la zia e i fratelli. I nonni sono sotto controllo in ospedale insieme a un’altra mia zia. Spero che vada tutto per il meglio».
La febbre quanto le è durata?
«Direi 4 giorni, non di più».
Reggiana?
«Ho sentito tutti, mi chiamano tutti i giorni per sapere come sto io e i miei parenti. Li ringrazio tanto perché li ho sentiti vicino».
Allenamenti?
«Sono stati due allenamenti in un giorno e mezzo. Appena ho avuto il dubbio ho subito chiamato. In quel momento stavo benissimo ma stavo incubando».
Fermare il campionato?
«Sì, è giusto. Tutti siamo a rischio, nessuno è immune e il calcio è uno sport di contatto. Il Governo ha fatto bene a bloccare tutto».
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