Inter, Ranocchia si racconta: “Io, vittima di cyberbullismo”

Arriva per tutti il momento per parlare ed è arrivato anche per Andrea Ranocchia. Il difensore dell’Inter si è raccontato in una lunga intervista in cui ha parlato della sua stagione, dei momenti più duri e dei momenti in cui è riuscito a prendere consapevolezza dei suoi mezzi. Le sue dichiarazioni rilasciate a Il Giorno hanno fatto abbastanza rumore. Già, perché Andrea ha avuto qualcosa da dire un po’ su tutto, anche su alcune situazioni che non gli hanno fatto bene. Tuttavia, con l’arrivo di Luciano Spalletti Ranocchia è parso più sicuro soprattutto perché il tecnico lo ha difeso quando in ritiro un tifoso lo insultava:

“A inizio anno fece un gesto per difendere me e il gruppo da un tifoso che mi aveva insultato a bordo campo in ritiro, è qualcosa per cui lo ringrazierò sempre. Io valuto l’uomo, la persona. In più ho un metro di giudizio che è quello del campo rispetto agli anni passati. Ce la stiamo giocando, nonostante un periodo difficile in inverno. Siamo stati bravi a gestirlo”.

“Vittima di cyber bullismo”

Quanto ti ha aiutato la famiglia? “Tantissimo. Senza Giulia, mia moglie, non so cosa mi sarebbe successo in questi anni. Chiamando le cose con il loro nome, io sono stato vittima di cyber-bullismo durante la mia carriera. Ci sono stati periodi complicati. I social ci dovrebbero dare una responsabiltà enorme, al contrario mi sembra sia cresciuto il livello di ingenuità e cattiveria. Gli stessi media dovrebbero fare attenzione, anche solo nei toni con cui si scrive una pagella. Quando qualcosa è scritto è scritto, viene letto da milioni di persone e fa montare la cattiveria. C’è stato un momento in cui sono stato insultato in ogni modo. Quando vai in difficoltà ti puoi lasciare trasportare, ed è la reazione sbagliata, oppure fai un altro giro di maniche e lavori”.

La morte di Astori: “Non ho realizzato”

“Mi sono sposato a giugno dopo sette anni di convivenza e adesso con mia moglie Giulia aspettiamo un bambino che arriverà tra due settimane. Siamo un po’ tesi e ovviamente molto contenti. Dall’altro lato ho perso mia nonna a gennaio e un amico come Davide Astori, con cui sono stato compagno di stanza. Lo conoscevo da tantissimo tempo. È qualcosa che ti colpisce profondamente, sinceramente non credo di aver realizzato ancora quanto accaduto. Intanto di quella mattina non ricordo nulla, nemmeno cosa ho fatto dopo. Nei giorni successivi non sono riuscito a dormire. Quando viene colpita una persona vicina a te è un colpo pesante. Dai ancora più valore alle cose più semplici”.

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