Hakan Calhanoglu è in rotta di collisione con l’Inter: e non è la prima volta per il turco che chiude male con un club. Anzi, lo fa sempre.
Evidentemente non è uno stinco di santo né il calciatore meno furbo sulla faccia della Terra. In Italia abbiamo imparato a conoscerlo bene tra Milan e Inter con grandissime giocate in campo, fatte di qualità inaudita e di grande fantasia, ma anche per i colpi di testa che nel tempo hanno acceso ancora di più la rivalità tra le due tifoserie ma che oggi, forse, in qualche modo, stanno unendo in un unico pensiero sia i tifosi rossoneri che quelli interisti.
Anche da parte dei tifosi dell’Inter, dopo lo sfogo di Lautaro Martinez e di Beppe Marotta, Hakan Calhanoglu rischia di essere considerato un “traditore”.
L’eliminazione dell’Inter dal Mondiale per Club certamente non è colpa di un singolo ma di tutto il gruppo, ormai troppo stanco per combattere ancora per un obiettivo e anche svuotato nella testa e nelle ambizioni per competere ancora a certi livelli. Ma nei gruppi è sempre l’unione a fare la forza e in quello interista è proprio l’unione a essere venua meno: capitan Lautaro Martinez ha puntato il dito su Hakan Calhanoglu.
Da grandi amici fratermi a nemici giurati nel giro di un attimo, il polverone alzato post Mondiale per Club ora rischia di fare il patatrac in casa Inter: e Calhanoglu che ha lasciato solo il gruppo in America a causa di un doppio infortunio certamente non è esente da colpe.
Ora il turco ha chiesto di essere ceduto e non è la prima volta che i suoi addii sono turbolenti, anzi. In tutte le sue avventure ha creato dissapori tanto forti da portare sempre a cessioni molto discusse.
La carriera di Hakan Calhanoglu si è sviluppata tra Germania e Italia, sostanzialmente in 4 club differenti. E in tutti questi club alla fine della sua avventura ha creato pesanti dissapori che hanno portato poi al suo addio.
Ai tempi dell’Amburgo era diventato l’idolo della tifoseria durante l’unica stagione disputata nel 2013-14, con la punizione da 40 metri al Borussia Dortmund, ancora oggi iconica. Alla fine della stagione firmò il rinnovo giurando di voler “diventare una colonna” e poi il 18 giugno presentò un certificato medico con su scritto “depressione”.
Da quel momento in poi diventò un fantasma per il club, cambiò numero, diventò irreperibile. Tutto solo per essere ceduto al Bayer Leverkusen per 15 milioni di euro. E il giorno dopo la firma si presentò regolarmente agli allenamenti. Ma nel 2017, alla fine del contratto con le ‘aspirine’ fu squalificato per 4 mesi dalla FIFA per un contratto mai rispettato da giovanssimo con il Karlsruhe che poi lo portò all’Amburgo.
Al Milan diventò subito uno dei giocatori più importanti, fino alla fine del suo contratto nel 2021, quando decise di lasciare i rossoneri a parametro zero dopo lunghe trattative per il rinnovo, per firmare clamorosamente con l’Inter per 500mila euro in più di stipendio, che nelle ultime stagioni gli sono costati tanti cori di insulti.
Oggi la saga di rotture di Calhanoglu continua imperterrita anche con l’Inter: è pronto a dire addio dopo aver saltato tutto il Mondiale per Club a causa di un doppio infortunio. E sta facendo di tutto per firmare con il Galatasaray.
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