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La Vera Ignoranza

Esonero Allegri, la decisione è stata presa: colpo di scena in casa Juve

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Mauro Abbate

Serata da incubo per la Juventus di Allegri a Napoli: i bianconeri vengono umiliati nel gioco e nel risultato, ma Max continua a nascondere le responsabilità dietro a frasi fatte e luoghi comuni.

Dopo la serata del Maradona, una gioia indescrivibile per il popolo di Napoli, c’è da porsi una sola domanda: ma le vittorie della Juventus di Allegri erano frutto della teoria del corto muso o del grande c… uore? Non ce ne voglia il buon Max: la sensazione che fosse la seconda ipotesi a prevalere era già ampiamente nell’aria prima della debacle di Fuorigrotta. Perché quella grande Juventus, che tanto aveva fatto strabuzzare gli occhi a certa stampa italiana, che aveva fatto “alzare la cresta” a un popolo bianconero ferito e umiliato già dallo scorso anno, sinceramente in questa stagione non si era mai vista, se non forse a sprazzi nella gara con la Lazio e in qualche minuto di quella con l’Inter.

Max Allegri (LaPresse)

Certo, i più fiduciosi o testardi risponderanno: vincere otto gare di fila senza prendere gol non può essere solo un merito della fortuna. Per carità, diamo a Max quel che è di Max. Indubbiamente l’organizzazione tattica voluta dal tecnico livornese ha consentito ai bianconeri di riprendere la corsa, a marce forzate, dopo un inizio di stagione da incubo.

Tuttavia, se si vanno ad analizzare bene i numeri, nel completo, e si guardano le partite con maggior attenzione, è impossibile non notare che tutti questi meriti in quel filotto di vittorie non è che i bianconeri li avessero. Gli expected goals parlano chiaro: la Juventus in stagione ha subito 7 gol, prima di Napoli, ma avrebbero dovuto essere minimo 17. E questa statistica considera solo i tiri, non le effettive occasioni concesse. Cosa vuol dire questo in parole povere? Che se la Juve ha messo in fila otto vittorie è merito anche di avversari con le polveri bagnate sotto porta, poco precisi, o ipnotizzati da uno Szczesny in momento di grazia. Se questo lo vogliamo chiamare “corto muso”, liberissimi di farlo, ma l’espressione giusta sarebbe proprio un’altra…

Leggi anche -> La Juventus sul filo del rasoio, Allegri l’ha spunta sempre

Juventus umiliata: torna di moda l’#AllegriOut

Non bastano le scuse, non bastano gli infortunati (Pogba e Vlahovic su tutti). Stavolta non ci sono veri appigli per Allegri, che deve domare un popolo bianconero mai così umiliato. E d’altronde c’è un motivo: nella sua storia in Serie A la Juventus aveva perso solo una volta subendo 5 gol, ormai circa trent’anni fa. La sensazione è che se il Napoli avesse spinto, al Maradona si sarebbe potuto anche scrivere la storia, con 6 o 7 gol al passivo per i bianconeri. Un’onta che difficilmente potrà essere lavata a parole.

Allegri e Spalletti (LaPresse)

C’è da fare i complimenti al Napoli“, afferma Max nelle interviste post partita, nascondendosi poi dietro ai soliti luoghi comuni: sono seratacce che capitano, loro sono stati più bravi nei momenti clou, il calcio è questo. Insomma, la manita è solo colpa del fatto che i bianconeri fossero, per Allegri, un po’ “bassi di energia“. Non invece bassi nel coraggio, incapaci di pressare i rivali, in balia totale di un palleggio che poteva essere interrotto solo da qualche eccesso di fiducia degli uomini di Spalletti.

Distrutta nell’anima, la Juventus allegriana ora deve guardare avanti, e la ricetta per credere ancora in qualcosa di oggi molto lontano per Max è solo una: confidare in un calo degli altri. Lo ha affermato chiaramente in conferenza stampa: “Oggi il Napoli va più forte, magari tra due mesi non sarà così“. Altro che lavorare duramente sul campo, per Max bisogna andare in sostanza ad accendere un santino da qualche parte nei pressi di Torino. Una soluzione che non garba ai tifosi, tornati a gridare forte l’#AllegriOut sui social:

Che sia molto più forte o poco più forte in effetti non importa. In questo momento la rosa della Juventus non è un fattore. Quello che invece fa la differenza è come questa rosa, come questa squadra, viene gestita. In sostanza, come l’ultima delle provinciali. Ed è questa la più grande umiliazione per campioni come Di Maria, Paredes, Danilo, Bremer, Chiesa.

La protesta è rabbiosa. Oggi la sensazione che tutto sia tranquillo dalle parti di Torino non esiste. Anzi, se Max è ancora fermo al suo posto, lo deve non tanto alle otto vittorie consecutive, quanto a un contratto a tanti zeri che lo blinda su quella panchina, in un momento storico in cui la società non può permettersi di fare minimamente il passo più lungo della gamba. E allora gli #AllegriOut saranno destinati a rimanere ancora inascoltati, in attesa di una nuova vittoria di misura che faccia riuscire fuori tutti gli amici di Max, quelli pronti a osannare le sue gesta guardando solo al tabellino, e non alle partite. Se poi questo basterà per la rimonta Scudetto, avranno anche avuto ragione loro. Ma per una volta il buon livornese ce lo conceda: quanto è più bello il “circo” rispetto al “corto muso”.

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Mauro Abbate

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