Italia, Sirigu: “Ecco cosa dicevo nei messaggi prima delle gare”
Salvatore Sirigu, portiere della Nazionale e del Torino, ha parlato del suo ruolo da secondo nel corso di un’intervista concessa al Corriere della Sera:
Video motivazionali? “È cominciata quasi per caso, alla vigilia della gara con la Turchia. Ci stavamo cambiando e non sapevamo come sarebbe andata. Ho scritto alcune frasi sul telefono, le ho salvate. E poi ho deciso di inviarle”.
Contenuto? “Veniamo da un anno e mezzo durante il quale il calcio è cambiato, per noi è già una vittoria entrare in uno stadio con i tifosi. Ricordiamoci che uniti eravamo più forti, e lo siamo sempre. E godiamocela, perché tanti vorrebbero essere al nostro posto. Ho cercato di tramandare principi e valori che mi son ostati dati anche da altri campioni frequentati in Nazionale”.
Donnarumma? “Cosa gli ho detto prima dei rigori? Resterà per sempre un segreto tra me, lui e Meret, un altro giovane serio e sereno. Io non sono giovane e loro si fidano di me. Gigio ha umiltà e testa sulle spalle, perciò mi piace: i calciatori passano ma un uomo è per sempre. Erede di Buffon? Manteniamo toni soft. Gigi è l’unico che è rimasto così forte per generazioni”.
Razzismo? “Ci hanno dato dei razzisti: non si può. Qui c’è gente impegnata nel sociale, Nkoulou per me è un fratello. Abbiamo dimostrato di avere rispetto ma quello è un gesto che non è nato da noi, lo abbiamo rispettato”.
Messaggi oper la finale? “Un messaggio spero toccante, ma anche libero e positivo. Ho detto a detto a tutti di sorridere. E ancora: siamo arrivati fin qui, non può che andare in un certo modo. Avevo ragione”.