Milan, Ibrahimovic: “Io meglio del Duomo”

Zlatan Ibrahimovic, attaccante del Milan, ha parlato nel corso di un’imperdibile intervista concessa a Sky Sport.

Milan, Ibrahimovic: “E’ il Dumo a vedere me, non io lui”

Il solito Zlatan Ibrahimovc. Dopo aver pronunciato la frase a Parigi “Tour Eiffel? Dovevano metterci la mia statua” Ibra è tornato sulla sua esperienza a Milano riproponendo quella frase
“Il Duomo? L’importante è che il Duomo vede me, non io il Duomo. Sono io che faccio la storia”.
Zlatan si è raccontato nel corso di un’intervista concessa all’amico Massimo Ambrosini:
“L’effetto di Milanello? Casa, seriamente. Quando sono qua faccio tutto ciò che devo fare, prendo tempo. Ricordo tutti di dieci anin fa. La settimana prima avevo giocato contro al Milan in amichevole e poi sono venuto a giocare con voi. Galliani era carico, era venuto a casa mia a Barcellona, si era tolto la giacca dicendo che sarebbe rimasto fino a quando non avrei firmato per il Milan. A Barcellona c’era una situazione delicata. Ancora oggi non capisco che problemi c’erano. Se c’erano problemi, si risolvono. Ma io non capivo. Il Milan era interessato, conoscevo Milano dai tempi dell’Inter, la città mi piaceva. Se il Milan ti vuole è uno stimolo. Ogni sfida mi piace, quando la gente parla mi carica, io vado in campo per vincere anche se la gente non ci credeva”.  
Primi anni?”Dieci anni fa la situazione non era come oggi, questa è un’altra sfida. Dicevano che era impossibile ma questo mi da carica.. Dicevano che era una sfida difficile da vincere. Posso vincere anche con Milan, dicevo io. Meglio portare il Milan al top che continuare a vincere con altre squadre. Non ho Paura di nulla, anche allo United dicevano che ero vecchio”. 

Ibra sull’addio

Smettere? “Non lo so, vedremo. Ho due figli vediamo cosa succederà, non so se faro l’allenatore”.
Rinnovo? “Il giorno della conferma di Pioli? Vi racconto come è andata. Avevo detto basta, non continuo. Pensavo ai sacrifici, alla famiglia che sta in Svezia e volevo smettere lo avevo già detto a Pioli. Poi sono andato in vacanza, non ho pensato al contratto. Il contratto non conta, contano i valori, pensavo che la sfida era ancora interessante ed ho detto a Mino, si va avanti, chiudi tutto”.
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