Serie A, Goldaniga: “Sono di Codogno, mese terribile”

Serie A, Goldaniga: “Sono di Codogno, mese terribile”

Coronavirus | Edoardo Goldaniga, difensore del Genoa, ha parlato nel corso di un’intervista concessa a Tuttosport:

 «Bisogna restare a casa fino a quando ci verrà detto che è necessario, fino a quando tutto questo sarà passato. Nella mia Codogno così è andata». 

Codogno?

«Io sono sempre in contatto con mia mamma, la mia famiglia e i miei amici. Hanno dovuto affrontare la situazione e per fortuna l’hanno fatto molto bene, visto che in quella zona i contagi sono diminuiti molto e ora siamo quasi a zero. Sono rimasti a casa da subito e hanno ridotto i rischi. Adesso a Codogno la situazione è migliorata perchè tutti seguono le disposizioni come nel resto d’Italia».  

Primo isolamento?

 

«Sì, ora è quasi un mese che rispetto le indicazioni e resto a casa. Il mio primo isolamento volontario è durato dieci giorni visto che ero stato vicino a persone di Codogno. Adesso sono altri quindici giorni che sono a casa, quindi sono lontano da tutti da quasi un mese». 

Sostegno?

«Sì, abbiamo mandato un messaggio di squadra seguendo l’hashtag #genovapersanmartino, ma sono molte le iniziative che bisogna sostenere. Ci sono anche altre iniziative come quella dell’ospedale Galliera, che è vicino a casa mia: mi basta sentire le sirene delle ambulanze per capire quanto stanno lavorando. E ovviamente, penso anche alla raccolta fondi “Un gol al Coronavirus”, lanciata dal vostro giornale».  

Momento?

«In questo momento sto cercando di riempire il più possibile le giornate insieme alla mia ragazza, guardiamo serie tv e facciamo cose in cui grazie a questo tempo. Lei è molto brava, io la aiuto». 

Allenamento?

«Ogni giorno facciamo esercizi di mantenimento, dagli addominali allo squat libero. Ci hanno dato dei programmi. Ovviamente è dura allenarsi senza stare all’aria aperta, ma la salute viene prima di tutto».  

Calciatori postivi?

 

«Ho sentito Sportiello. Sta bene e i calciatori contagiati so che non l’hanno presa in forma grave, ma bisogna stare attenti a non contagiare altre persone». 

 

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