Malagò: “Coronavirus? Non so se gioca da martedì”
Il Coronavirus sta mettendo in ginocchio anche il calcio. Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, ha parlato nel corso di un’intervista concessa al Corriere dello Sport
Lo sport paga il conto?
Da uomo delle istituzioni credo che si sia voluto dare un segnale di sensibilità e di attenzione sulla salute, questo ha innescato una serie di reazioni a catena e ora bisogna fare i conti».
Da lunedì che si fa?
«È ciò che mi chiedono in queste ore atleti, tecnici e dirigenti da ogni dove, soprattutto quelli impegnati nelle qualificazioni olimpiche. Non so se si tornerà alla normalità, ad oggi nessuno lo può garantire e, di conseguenza, penso che si stia navigando a vista».
Danno allo sport?
«Rappresentiamo il 2 per cento del Pil, più l’indotto. Non solo un danno economico incredibile ma anche propriamente sportivo. Se ti annullo una competizione in casa, valida per la qualificazione olimpica, la tua squadra avrà meno chance di qualificarsi».
Cauterla eccessiva?
«Non giudico, perché è facile da fuori dire che cosa si sarebbe dovuto fare. Siamo tutti bravi a fare gli allenatori e i professori. Difficile decidere in questo momento Martedì sapremo se i divieti hanno funzionato, o se sono stati una scommessa persa e pagata cara. Io rispetto tutte le misure ma certa narrazione ha aumentato il panico».
Conrtrolli?
«Nel calcio i controlli ci sono e sono rigorosi. È vero, tuttavia, che riguardano due soggetti a partita anche se tra tutti vanno in campo almeno 40 persone».