Sampdoria, Ranieri sul VAR: “Sì al challenge”

Notizie Sampdoria, Ranieri sul VAR: “Sì al challenge”

Ultime Sampdoria | Claudio Ranieri, tecnico della Sampdoria, ha parlato anche di VAR nel corso di un’intervista concessa al Corriere dello Sport:

«Mi sono capitate spesso situazioni complicate per sistemarle ho usato l’unico modo che conosco, il lavoro: con il lavoro e trasmettendo serenità anche nelle fasi più difficili».

 

VAR?

«Il video bisogna farlo vedere a tutti gli arbitri, non solo ai santissimi. La Var deve essere utilizzata sempre. Quando un episodio è dubbio, l’arbitro deve essere richiamato e rivedere l’azione per prendere la giusta decisione. All’inizio si usava tanto, mentre ora troppo poco. Capisco che non si possa rivedere ogni azione, ma è necessario in quelle maggiormente importanti».

Challenge da parte del tecnico, la cosiddetta “chiamata”?

«Può essere una buona idea. Lo è. In altri sport è così e funziona. Magari potremmo dare a ogni formazione una chiamata per tempo».

Non è nostalgico del calcio pre-Var?

«Assolutamente no. Ora il gioco è velocissimo. Siamo agli albori e va modellato, ma è indispensabile ormai».

Regolamento per i falli di mano?

«Non capiamo nulla. Nicchi e Rizzoli ci hanno detto che per stabilire se è rigore bisogna valutare il braccio e l’apertura di questo rispetto al corpo. Come nell’Uomo Vitruviano di Leonardo… (fa il gesto sorridendo, ndr). Secondo me questo regolamento va spiegato bene ai giornalisti che poi lo devono passare all’opinione pubblica».

Ranieri sulla Samp

 

«Sapevo di dover lavorare tanto rispetto a dove eravamo in classifica. Rispetto all’anno prima aveva perso Praet, Andersen e Defrel, ma l’ossatura c’era. Ero convinto che saremmo risaliti: bastava solo ridare serenità, convinzione e autostima a questi ragazzi».

Quanti punti servono per salvarsi?

«Ho sempre detto 40 e non cambio idea. Ora però non guardo la classifica. La Serie a è particolare e nessuna squadra mollerà punti. Giusto così. Abbiamo un piccolo vantaggio sulle altre, ma è vietato pensarci. Io mi metto l’elmetto e abbasso la testa perché so una sola cosa: devo correre ancora molto. Siamo nelle sabbie mobili e per uscirne c’è da lavorare».

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