Fiorentina, Ribery: “In Italia si lavora sulla tattica, in Germania si corre”

Fiorentina, Ribery: “In Italia si lavora sulla tattica, in Germania si corre”

Franck Ribery, attaccante della Fiorentina, ha parlato nel corso di un’intervista concessa al Corriere della Sera:

«Quando ho accettato di venire a Firenze, non potevo sapere che sarebbe stato amore a prima vista. E invece è stato così, sin dalla sera della presentazione. Quella notte è stata speciale e la porterò sempre con me».

Beyern? «Sono venuto con la stessa determinazione che avevo in Germania. Firenze mi ricorda Marsiglia. La mentalità dei tifosi è la stessa, sono caldi e passionali. La gente qui vive per il calcio e mi spinge a dare l’anima per la squadra. Noi senza di loro siamo niente. La Fiorentina è un grande club con una grande storia ed è come una famiglia».

Differenze? «Ho giocato 12 anni in Germania dove si corre sino al novantesimo qualunque sia il risultato. Qui si lavora sulla tattica e c’è molta strategia, come in Francia. Bello, così posso sperimentare una cosa nuova».

Giovani? « Vorrei aiutarli. Mi piace perché mi ascoltano. Vedono come lavoro, come mi alleno, anche come mangio. Ho vinto tutto nella mia carriera e loro prendono esempio da me».

Punto di riferimento? «Lo eravamo in tre o quattro. Mi piace questo ruolo. Ho conosciuto Alaba che aveva 16 anni, lo portavo a casa mia a pranzo e lo incoraggiavo. Un giorno ha visto la mia Ferrari e il mio orologio al polso. Gli ho risposto di non guardarli e di pensare solo a migliorare e di concentrarsi sul campo. Dopo, e solo dopo, sarebbe arrivato il resto. Alaba ce l’ha fatta e ora mi ringrazia. Qui parlo tanto con Chiesa e Castrovilli, sono ragazzi in gamba e vogliamo crescere tutti insieme»

Dove può arrivare la Fiorentina? «Dobbiamo pensare partita dopo partita. Ma sono convinto che possiamo fare una bella stagione. Le vittorie di questo ultimo periodo ci aiuteranno, permettendoci di lavorare con più serenità»​.

Ritiro? «Non lo so. Intanto due anni vanno bene, poi vediamo. Sono venuto qui perché ho fame e voglio riuscire a vincere qualcosa. Ma il futuro non si può prevedere».

 

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