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Calcio Italiano

Bianchi: “Tonali ricorda me? Non vorrei offenderlo”

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Antonio

Bianchi: “Tonali ricorda me? Non vorrei offenderlo”

Ottavio Bianchi, doppio ex di Napoli e Brescia, ha parlato alla Gazzetta dello Sport prima della gara di oggi:

«Sulla carta. Il Napoli non può permettersi altri passi falsi dopo quello col Cagliari se vuol vincere il titolo».

È giunto il suo momento?
«È una seria candidata. Da anni arriva sempre in alto, sempre sul podio alle spalle della Juve che quest’anno ha i suoi problemi da risolvere: un allenatore nuovo, una rosa troppo ampia. Non è facile lasciare a casa giocatori di quel valore. Nel Napoli l’ossatura è rimasta la stessa, ci sono anche adeguati ricambi. Può farcela».

Il Brescia può fare il colpaccio?
«Gioca molto bene, ha autostima, per poco non ha fatto risultato con la Juve. È organizzato, può disputare una stagione più che dignitosa».

Napoli e Brescia?
«A Napoli con me c’erano Sivori, Altafini, Hamrin, Zoff, e un allenatore come Pesaola. Ma anche a Brescia mi sono divertito. Vincemmo a Napoli 4-1, nel ’64, in B. C’era un maestro come Gei, andammo in A e ci salvammo battendo la Juve 4-0 nel ‘65: segnai io, segnò Egidio Salvi».

Tonali ricorda Bianchi?
«Non vorrei togliere qualcosa a Tonali paragonandomi a lui. La personalità di un giocatore non la vedi dai tatuaggi, ma da come si prende le responsabilità. Lui lo fa già».

Tonali?
«Solo calciatore: a 13 anni quando giocavo all’oratorio e mi chiedevano cos’avrei fatto da grande, strabuzzavo gli occhi e pensavo la stessa cosa».

Balotelli?
«È a un punto cruciale della carriera. Riparte da zero con le sue qualità, mi farebbe piacere per lui se affrontasse questa avventura come un nuovo inizio. Senza dimenticare che fa una professione bellissima».

Napol?
«Su Maradona sono state scritte spesso inesattezze. Non saltava mai un allenamento. Mai sentito rimproverare un compagno per un errore. Aiutava tutti, in un mondo in cui troppi si sentono fenomeni senza esserlo. Con lui, con quel Napoli mi sono tolto grandi soddisfazioni. Ho un solo rammarico: ero troppo serioso. Mi sarei dovuto godere tutto di più».

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