Empoli, Corsi: “Quante volte a ballare con Spalletti”

Corsi (presidente dell’Empoli): “Con Spalletti quante serata in discoteca”

Il presidente dell’Empoli Fabrizio Corsi, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport parlando della lotta salvezza e tanto altro. Il numero uno del club toscano ha ricordato la sua amicizia con Spalletti, Montella e Andreazzoli

«Se ci salviamo vado a piedi fino al museo di Leonardo da Vinci e poi in cima al San Baronto. Sono cresciuto con Luciano Spalletti. Un giro comune di amicizie, tante serate a ballare. Avevamo vent’anni. Il pallone è arrivato dopo. E insieme, con la “maglia” dell’Empoli abbiamo ottenuto grandi risultati».

Questa volta i due saranno avversari: sul tavolo i milioni di euro della zona Champions League e quelli della salvezza per Corsi.

«Io sto peggio di lui. L’Empoli si gioca la permanenza in Serie A, per Spalletti conquistare la qualificazione in Champions League sarebbe solo un’altra ciliegina in una carriera formidabile.Corsi su Sarri Marotta ha scelto Conte per sostituirlo ma io non ci trovo nulla di strano.

L’adha lavorato e vinto con Conte. E’ normale che il dirigente nerazzurro pensi di ripetere i risultati ottenuti con la Juve. Ma Spalletti non è meno bravo di Conte. Vogliamo andare a Milano come dice Andreazzoli, cercando di tenere palla più possibile. Perché se la palla l’abbiamo noi gli avversari non possono segnare».

Corsi su Andreazzoli e Montella

Andreazzoli è un’invenzione di Spalletti. «Se l’è portato con sé a Udine e a Roma. Si sono divisi quando Luciano ha accettato l’offerta dello Zenit di San Pietroburgo. Andreazzoli era un mago nello sviluppare i calci piazzati. Lui è è capace proprio di convincere i suoi allievi che si può anche vincere in casa della Juventus, dell’Inter, del Napoli. I giocatori si fidano. credono alle sue parole. Quando gli ho chiesto di tornare alla guida della squadra lui mi ha detto: “Torno ma lei deve far sparire dalla sua faccia quello sguardo da presidente già retrocesso”. Insomma, ha allenato anche me».

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