Venerdì la Svizzera ha rimontato contro la Serbia e ha messo a segno un’importante vittoria per il proprio cammino Mondiale. Tre punti fondamentali dopo il pareggio con il Brasile, che potrebbero valere il passaggio del turno nel gruppo E di Russia 2018. Due reti firmate da Xhaka e Shaqiri nella ripresa: entrambi i calciatori sono originari del Kosovo, ma i genitori si trasferirono in Svizzera a causa della guerra che ha coinvolto i paesi della ex Jugoslavia. L’esultanza è stata molto polemica: i due hanno mimato le ali dell’aquila bicipite, simbolo della bandiera albanese. Una provocazione a sfondo politico, che la Fifa difficilmente avrebbe lasciato correre.
La Fifa ha deciso di aprire un procedimento per analizzare meglio il comportamento di Xhaka e Shqiri. I due calciatori rischiano sanzioni che vanno da una semplice ammenda fino alla squalifica. La federazione serba non se la passa meglio: a causa di alcune dichiarazioni contro il Var, paragonato al tribunale sui crimini di guerra, potrebbe ricevere una grossa multa. La Polonia, ad esempio, ha pagato 10 mila franchi avizzeri per uno striscione discriminatorio esibito nel match d’esordio a questo Mondiale perso contro il Senegal. La Fifa sta utilizzando il pugno duro per non far degenerare la situazione: sarà la scelta giusta?
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