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Storie di Calcio

Saponara: “Finiremo nel dimenticatoio, ma Astori ci ha insegnato a non aver paura”

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Antonio

Il trequartista della Fiorentina Riccardo Saponara ha tirato le somme di una stagione cominciata male, proseguita con una tragedia e terminata con un’impresa sfiorata. Tanti big avevano salutato in estate, le responsabilità sulle spalle dell’ex Empoli erano tante. La squadra di Stefano Pioli ha avuto un rendimento altalenante, poi la scomparsa improvvisa del capitano Davide Astori ha dato nuova spinta al gruppo. Bisognava vincere e raggiungere l’Europa per onorare la memoria del numero 13.

Football fans hang scarves and tributes to late Fiorentina football team captain Davide Astori on the fence of the team stadium on March 7, 2018 in Florence.
Italian footballer Davide Astori likely died from a cardiac arrest linked to the slowing of his heart rate following the initial results of his autopsy. Fiorentina and Astori’s former club Cagliari announced they will retire his number 13 shirt in honour of the 31-year-old Italy international, who was found dead in his hotel room on Sunday ahead of a Serie A match at Udinese. / AFP PHOTO / Filippo MONTEFORTE (Photo credit should read FILIPPO MONTEFORTE/AFP/Getty Images)

Il messaggio

Il saluto di Ricky Saponara ha commosso tutti: “È finita.
Vano è stato il tentativo di aggrapparci al treno europeo, non sono stati sufficienti 3 mesi di rincorsa per coronare un sogno nato quel 4 marzo che ha colpito ciascuno di noi.
Probabilmente il nostro ottavo posto finirà nel “dimenticatoio”, nessuna impresa è stata effettuata, nessuna coppa è stata portata a casa.
Nonostante ciò, credo di poter ammettere che sia stata la stagione più difficile ma più incredibile della mia breve carriera, mai ho vissuto emozioni simili, mai ho constatato una crescita personale tale.
La tragedia ci ha privato di un amico, un condottiero, un punto di riferimento, una guida.
Al tempo stesso ci ha insegnato a non avere paura: di soffrire, di piangere, di palesare insicurezze e timori, di condividere le nostre emozioni senza filtri, di credere che essere uomini non significa essere invincibili supereroi.
Tutto ciò ci ha cresciuto, ci ha fortificato, ci ha unito.
Andiamo a casa senza traguardi, ma con la fierezza e l’orgoglio di aver lottato come una squadra vera, fino alla fine, per un ideale, per un obiettivo comune, per qualcosa di superiore, mettendo in un angolo egoismi o glorificazioni personali.
Citando una frase letta ultimamente:
“Le storie che rimangono dentro non sono quelle dal lieto finale, ma quelle che fanno emozionare.”
Ancora una volta, hai saputo regalarci un grande insegnamento.
Grazie di tutto, Davide”
.

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Antonio

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