Inter – Napoli, accade subito dopo il minuto di silenzio: “La morte di Astori non ha insegnato nulla”

La morte di Davide Astori ha scosso l’intero mondo del calcio. Strazianti i minuti di silenzio in questi giorni su tutti i campi della Serie A e non solo. E sono proprio quei minuti di silenzio che spesso fanno discutere. O meglio, quelli che fanno discutere sono quelli che sugli spalti interrompono il silenzio con urla o fischi come è capitato già all’estero. Certi episodi dovrebbero far riflettere.

Le proteste

Certo, però, va detto anche che ascoltare certi cori (veramente beceri) subito dopo il minuto di silenzio non è bello. E’ la tesi che sostiene Alessandro Alciato nel corso della telecronaca di Sky Sport. A quanto pare, i tifosi del Napoli e quelli dell’Inter hanno iniziato ad intonare cori vergognosi appena dopo il minuto di silenzio in onore di Davide. Non una bella scena secondo Alciato, che da bordocampo ha riportato così l’evento: “I tifosi del Napoli, subito dopo il minuto di silenzio, hanno intonato dei cori vergognosi contro quelli dell’Inter che hanno subito risposto a tono. La morte di Astori non ha insegnato nulla, hanno già dimenticato la tragedia”.

I napoletani sono spesso vittime di cori razzisti che nella maggior parte dei casi vengono etichettati semplicemente come ‘sfottò’. Tuttavia, inneggiare al Vesuvio ci sembra qualcosa di leggermente più grave rispetto ad un coro scherzoso. Insomma, molti tifosi in Italia è come se desiderassero un’apocalisse del popolo partenopeo. Beh, va detto che far partire i cori in un contesto del genere, subito dopo il minuto di silenzio, non è stato un episodio ‘simpatico’. Non sappiamo, però, chi sia stato il primo a dare inizio alla ‘vergogna’.

Da Napoli, intanto…

Diego De Luca è un noto giornalista napoletano di Radio Kiss Kiss che ha voluto pubblicare su Facebook il proprio pensiero sulla vicenda. Ecco che arriva la testimonianza del fatto che anche i tifosi dell’Inter abbiano insultato la tifoseria avversaria. Chissà, poi, chi è partito prima: se gli uni o gli altri…

Stessa cosa che scrive anche Giovanni Capuano (giornalista) sul proprio profilo Twitter:

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