La morte di Astori ha portato sgomento tra gli appassionati di calcio e non solo. Talvolta, però, questo sgomento si traduce in sentimenti totalmente opposti, che producono ‘espressioni’ e ragionamenti che quasi fanno rabbrividire. Come quelle postate da Cruciani, noto opinionista e speaker radiofonico, sui vari profili social. Già nella giornata di ieri si espresse scatenando l’ira del popolo del web. Poi, quando tutto sembrava dovesse rientrare di lì a poco, ecco che arriva un altro commento che agli occhi dei più appare completamente fuori luogo. Giuseppe Cruciani torna sull’argomento spiegando la sua idea attraverso un editoriale pubblicato su Libero.
“Il calcio non doveva fermarsi: un campione si onora giocando“. E’ così che apre l’articolo con un titolo che vuole essere a tutti i costi controcorrente. All’interno del pezzo, poi, si legge: “A costo di passare per inguaribili cinici senza cuore, qui si sostiene che (con la necessaria eccezione di Udinese-Fiorentina, ovviamente) la giornata pallonara di ieri si poteva, anzi si doveva giocare. E lo sostengo soprattutto per un solo, ma fondamentale motivo: non c’è modo migliore per onorare la vita (e la morte) di un ragazzo, un professionista di 31 anni“.
Esprimere pensieri e parole sulla morte di un ragazzo di 31 anni è cosa assai complicata. Toccare certi tasti, talvolta, può sembrare un gesto ‘avventato’, fuori luogo, quasi imbarazzante. Cruciani, tuttavia, ha provato a spiegare. A spiegare il perché di quel ‘perché’ pubblicato su Twitter che ha scatenato così tante polemiche nella serata di ieri.
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