“Qualcuno ha picchiato Facebook”: altro che Instagram, tutti puntano a Snapchat

Ormai se ne parla da tempo. Quel dubbio, anche se minimo e talvolta velato, esiste: Facebook sta finendo? Lo scrive Wired Usa. Anzi, lo disegna. In copertina “Marck Zuckeberg le ha prese” con la foto del fondatore e proprietario di Facebook malconciato. E’ un chiaro riferimento del mensile all’andamento del social network da due anni (ormai) a questa parte. Si mette male per Marc, la sua ‘creatura’ è finita al centro di una bufera mediatica per via di questioni legate le une alle altre. Facebook ha cercato in tutti i modi, a tutti i costi, di ‘educare’ secondo le proprie regole gli utenti, in particolar modo i ‘publisher’. Era il maggio scorso, ad esempio, quando Gizmodo accusò il social di utilizzare a proprio piacimento le notizie di stampo conservatore. Una storia triste per Facebook che adesso, probabilmente, più che in ogni altro momento sta cominciando ad intravedere il tramonto.

C’è qualcosa che non va, questo è certo.

Lo dicono i dati, le statistiche, i grafici. Secondo quanto riporta eMarketer, soltanto negli Stati Uniti il 2018 sarà l’anno della fuga di 2 milioni di under-24 da Facebook, dopo i 2,8 milioni persi nel 2017. Nel 2018, meno della metà dei 12-17enni statunitensi accederanno al social netwok una volta in un mese. Ciò che in tanti ancora non hanno capito, è che la maggior parte degli utenti si sta spostando e non in direzione Instagram. La prossima fermata, al momento, sembra essere Snapchat. Uno Snapchat che adesso dovrà prepararsi ad accogliere circa 1,9 milioni di giovani. Instagram e Snapchat saranno in netta concorrenza e la loro sarà una sfida all’ultimo sangue. Senza contare il colosso Google con il nuovo formato Amp Stories.

Facebook dovrà cominciare a fare i conti con una realtà che potrebbe cominciare ben presto a stargli stretta. Tuttavia, nessuno pensa che Zuckeberg e i vari investitori se ne stiano con le mani in mano. Infatti, già nei giorni scorsi è arrivato l’annuncio riguardante i gruppi: “Guardiamo a persone che attraverso i gruppi aiutano i rifugiati ad esempio, madri che si uniscono per condividere le proprie esperienze, volontari impegnati negli ospedali” dice Chris Cox, che dal 2005 lavora con Facebook ed è attualmente numero tre della compagnia. “Ci sono 200 milioni di persone nei gruppi significativi, sul miliardo che usa questa funzione, e noi li vogliamo aiutare”. Difficile avere un quadro chiaro di ciò che accadrà da qui a qualche giorno. Per ora, i vari istituti di ricerca si sono ‘limitati’ ad analizzare i dati e, aiutandosi con questi, hanno messo su una sommaria previsione dei prossimi anni. Chi vivrà, vedrà.

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