Samir Nasri è uno dei grandi talenti del mondo del calcio mai completamente esplosi. Una carriera tormentata dagli infortuni, vissuta tra Marsiglia, Arsenal, Manchester City. Una breve parentesi al Siviglia e poi il passaggio in Turchia all’Antalyaspor.
Parole da brividi quelle di Nasri ai microfoni francesi di Canal+, che racconta della sua prima esperienza al Marsgilia: “Avrei potuto essere un giocatore migliore, non sono stato abbastanza professionale. Non intendo in partita o negli allenamenti, ma forse il mio stile di vita non era quello giusto. Per questo non ho fatto il salto di qualità. Ma avevo il talento necessario. Indubbiamente il calcio è un mondo di ipocriti: nel mio ultimo anno a Marsiglia sono stato in ospedale per 12 giorni con la meningite. Ho visto il vero lato delle persone. Quando tutto andava bene ed ero il piccolo principe di Marsiglia, erano tutti lì per me, ma quando stavo per morire mi sono ritrovato da solo. Dopo aver lasciato l’Arsenal, ho firmato per il Manchester City e mi hanno dato del mercenario. Se lo faccio io sono un mercenario, ma se lo fa qualcun altro non lo è più. Ormai ho capito come funziona, ho deciso di diventare sincero e dire solo le cose come stanno”.
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