Cagliari, il presidente Giulini: “Kean? Non solo il razzismo, serve anche il rispetto”

Cagliari, il presidente Giulini: “Kean? Non solo il razzismo, serve anche il rispetto”

Il presidente del Cagliari Giluini è tornato sugli episodi di ieri che hanno coinvolto il calciatore della Juventus Kean insultato dai tifosi isolani. Il calciatore aveva esultato di fronte la curva di casa attirando l’attenzione ed i beceri cori razzisti. Secondo molti però sarebbe stato il ragazzo a provocare le urla dei tifosi.

UDINE, ITALY – MARCH 23: Moise Kean of Italy #14 celebrates after scoring the second goal during the 2020 UEFA European Championships group J qualifying match between Italy and Finland at Stadio Friuli on March 23, 2019 in Udine, Italy. (Photo by Claudio Villa/Getty Images)

“L’argomento merita una profondità che capisco sia complicato esprimere in uno studio televisivo in pochi concitati minuti. Detto questo ci sono due aspetti da tenere in considerazione:

1. Anche un solo “buu” va condannato, sempre. Ma non basta una condanna, per sconfiggere il razzismo ci vuole impegno, cultura e iniziative. Tutto quello che il Cagliari fa, dalla Scuola di Tifo alla Curva Futura per i bambini, dalla Quarta Categoria alla Football Academy e alle altre numerose attività, è proprio volto a creare un contesto culturale diverso. E la realizzazione della nostra nuova casa va in quest’ottica. Il razzismo si condanna ma soprattutto si sconfigge. E per farlo occorre aggiungere fatti alle parole”.

Cagliari, Giulini pretende anche rispetto

Il numero uno del club sardo, in linea con quanto dichiarato anche da Bonucci nel dopo-partita ha voluto dopo aver condannato i cori riprendere il calciatore della Juventus.

2. C’è un secondo aspetto, che non è minimamente legato al primo e che riguarda un ambito molto sensibile e si chiama Rispetto. Noi insegniamo ai ragazzi del nostro settore giovanile che il calcio è gioia, divertimento. E che il fine di tutto, il gol, è un momento di condivisione meraviglioso. Lo facciamo tutti i giorni cercando di imparare da club come il Barcellona o il Manchester City, che da tempo lavorano con i giovani su questi aspetti. Venerdì scorso Fabio Pisacane dopo il gol non è andato a “sfidare” una tifoseria già tesa per la situazione di classifica, ma ha mimato il gesto del pancione condividendo con i compagni questa gioia. Ma nonostante ciò, tutti dobbiamo impegnarci a lavorare perché a partire dai più giovani si capisca che rispettare il prossimo, il suo stato d’animo, la sua frustrazione è un gesto lodevole. Sempre.

Ribadisco non è un rapporto causa effetto giacché non c’è nulla che possa in alcun modo giustificare un solo “buu”. Il razzismo è da condannare sempre in ogni sua anche infinitesimale forma.

Ma gli anticorpi si creano anche insegnando soprattutto alle nuove generazioni che il calcio è gioia e che il rispetto per gli altri fa di noi delle persone migliori. Il Cagliari negli ultimi anni sta facendo un importante lavoro in termini di cultura condivisa e di diffusione di valori positivi, anche attraverso azioni concrete come la realizzazione di infrastrutture atte a favorirli”.

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